LA STORIA
Una storia secolare
Originaria del Nuovo Mondo, fu scoperta nel Cinquecento dal navigatore Cristoforo Colombo e presentata alla regina Isabella di Castiglia, che la diffuse nel Continente come convolvuloindiano o patata di Spagna. In Italia sembra che la sua introduzione sia dovuta a Ferdinando II, granduca di Toscana, che nel 1630 la volle coltivare nel giardino di Boboli in quel di Firenze.
Tuttavia, nonostante Antonio Pigafetta citasse nel suo diario tra i frutti del continente americano le“battates (nome dato dagli gli indigeni), “che nel mangiar s’assomigliano al sapor delle castagne”, per molto tempo, rimase una curiosità confinata agli orti botanici, finché nei primi decenni dell’Ottocento fu proposta e raccomandata da più parti per l’utilizzo alimentare umano e animale, come testimoniano le iniziative pionieristiche attuate in diverse aree della nostra penisola.
Nel Basso Veneto risulta introdotta dal medico e botanico padovano Giuseppe Antonio Bonato che, attorno al 1812, nelle province di Padova, Rovigo e Venezia riscontrò condizioni favorevoli alla coltivazione. Ma è dai documenti d’archivio della Società d’Incoraggiamento dell’Agricoltura di Padova, che si apprende come don Isidoro Piovan, parroco di Anguillara Veneta, già nel 1853 coltivasse a patate una superficie di 3.430 metri quadri, poco meno di un campo, ubicato nei pressi della riva sinistra dell’Adige, ricavando 5.500 libbre di prodotto e un utile di 333,75 lire. Altre autorevoli fonti biografiche attestano che la patata americana fu introdotta alla grande coltura nel 1880, per iniziativa del conte Donà dalle Rose che, a ridosso dell’Adige, in località Trona del comune rodigino di San Martino di Venezze, possedeva una vasta tenuta. Da qui la pronta diffusione in altre zone del Polesine e sulla riva padovana dell’Adige, mentre continuava ad essere poco conosciuta altrove.
Se guardiamo invece alla tradizione orale, ad Anguillara Veneta la coltivazione della patata americana fu avviata con buon successo fin dagli inizi del Novecento, in seguito al rientro in paese dei primi emigrati in Brasile e, per distinguerla dalla patata nostrana, coltivata in zona ormai da tempo, venne detta americana o mericàna. Alcuni anziani puntualizzano che durante il lungo viaggio di ritorno ad Anguillara a bordo del piroscafo, per non farle appassire, le talee erano tenute a bagno entro capienti tinozze piene d’acqua. L’immediata fortuna, circoscritta al comune di Anguillara Veneta, si spiega da una parte con le caratteristiche di indiscussa unicità dei terreni alluvionali per la maggior parte resi coltivabili grazie alle poderose opere di bonifica, dall’altra con la situazione fondiaria che nell’arco dei secoli ha caratterizzato questa particolare località del Basso Padovano.
Infatti, Anguillara Veneta è stata storicamente popolata da piccoli coltivatori e da numerosi braccianti, costretti in minuscole cesùre avute in affitto o concesse alla parte in conseguenza del fatto che il paese è stato per secoli e fino quasi alla fine del secolo scorso, di proprietà quasi esclusiva dell’Arca del Santo di Padova. In questa situazione i residenti avevano trovato la possibilità di sfruttare al meglio la poca terra a disposizione proprio con la patata americana, coltivandone una piccola parte accanto a quella riservata alle più tradizionali colture cerealicole e foraggere, indispensabili per la modesta economia familiare. Ben presto gli anguillaresi diventarono padroni della tecnica di conservazione e riproduzione, imparando a sfruttare quanto più possibile tutte le parti della pianta, dalle patate destinate al consumo umano, allo scarto delle radici e al fogliame per gli animali della stalla, senza trascurare la vendita delle talee verdi prelevate dalla serra una volta messo a dimora il quantitativo prestabilito sul proprio podere
Un tempo, il ricavato della vendita equivaleva all’importo introitato dalla cessione di una covata di pulcini o di una sporta di uova fresche e, anche oggi, per i contadini part-time di Anguillara, pur nelle mutate condizioni di mercato, la produzione della patata americana rimane un buon integrativo del reddito familiare, oltre che un modo per esprimere il proprio attaccamento alla tradizione.
Anche oggi, per i contadini part-time di Anguillara, pur nelle mutate condizioni di mercato, la produzione della patata americana rimane un buon integrativo del reddito familiare, oltre che un modo per esprimere il proprio attaccamento alla tradizione.
Attualmente, nel Basso Padovano, l’area di coltivazione è circoscritta ai comuni di Anguillara Veneta, Boara Pisani, Stanghella e Pozzonovo. Dal 2014 il comune di Anguillara Veneta ha istituito la certificazione De.co ossia la denominazione comunale “Patata americana dolce di Anguillara Veneta”.